Baumgartner, Paul Auster
La memoria cede, i tempi si confondono, i volti si sovrappongono a luoghi in cui non sono mai esistiti, il corpo diventa meno utile quando sparisce la persona amata – in una versione espansa della sindrome del limbo mancante – e di lei si rintracciano sempre meno dettagli. Inevitabilmente viene meno il senso di sé e poi il senso in generale perché, orfani dei ricordi, restiamo sprovvisti della mappa del nostro vissuto. In un gesto disperato chiediamo aiuto agli altri, prendiamo in prestito i loro ricordi, facciamo affidamento alla loro memoria per non perderci del tutto prima che sia troppo tardi. Paul Auster ci mette alla finestra della modesta cucina del Professor S.T. Baumgartner, da lí spiamo i movimenti sempre piú lenti di un uomo che si è fidato troppo della sua solitudine e ora è costretto a puntare tutto sull’ultima estrema possibilità di evitare di sparire, condannando alla stessa sorte chi, essendo morto prima di lui, il Professore aveva il dovere di proteggere dall’oblio.