Per la prima volta alla Piola Piccola ecco a voi una doppia presentazione!
In collaborazione con Mediterranea Bruxelles, Edoardo Lughi e Ibrahima Lo saranno presenti nella serata di mercoledì 27 novembre per parlarci dei loro scritti “Sull’eremitismo” e “Pane e acqua”.
Alcuni membri di Mediterranea Bruxelles parteciperanno al dialogo tra gli autori e forniranno inoltre un piccolo banchetto a fine evento.
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🖋 Pane e acqua:
“Ibrahima Lo è in Italia da pochi anni e ci è arrivato partendo dal Senegal, sopravvivendo ai lager libici e dopo che il gommone con tante, troppe persone a bordo su cui viaggiava è naufragato. Non un’inchiesta condotta da terze voci, ma la storia vera di chi è grato alla vita per averne ancora una e poterne scrivere, a partire dal ricordo della fame saziata a pane e acqua. Questo libro è il racconto di chi ha rischiato di morire ripetutamente nella speranza di approdare a una terra promessa, l’Europa, e che – nonostante la meta venga raggiunta – deve farei i conti con il razzismo di una società ipocrita e xenofoba, con lavori in nero e sottopagati, e una nuova vita da costruire a partire dal niente. Ma quella di Ibrahima Lo è anche la narrazione felice di una solidarietà che resiste all’oscurantismo, di persone ancora umane in grado di aiutare chi ha un’esperienza da migrante alle spalle. “Pane e acqua” è il resoconto personale di chi nutre ancora il sogno di un’integrazione possibile, di chi partecipa alla speranza di un mondo realizzabile, raccontando storie di sopravvivenza e rinascita.”
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🖋Sull’Eremitismo:
“Sull’Eremitismo” è il secondo libro di Edoardo Lughi, pubblicato con Seipersei.
Il libro combina fotografie analogiche e testi che indagano l’eremitismo e i suoi effetti sull’individuo contemporaneo. Frutto di un’esperienza solitaria di due mesi sull’isola di Vannøya, all’estremo Nord della Norvegia, il progetto esplora solitudine, spiritualità e autocoscienza, offrendo al lettore uno spazio di riflessione che isoli dalla frenesia quotidiana.
“Mi sono preso una pausa dal mondo. Dal mio, perlomeno. Ho preso un aereo e mi sono trasferito per qualche mese nell’isola di Vannøya, all’estremo nord della Norvegia. Una scelta presa nel pieno della Notte Polare, il periodo in cui il sole non sorge mai oltre l’orizzonte. Ho scelto il buio poiché, semplicemente, avevo un altro buio da contemplare. Sempre il mio, che per sillogismo ho pensato fosse l’ambiente migliore in cui affrontare questa sfida.”
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